26 agosto 2014

Cambiamenti ... e dolori

Stiamo attraversando un momento di grande cambiamento, il ballerino, noi genitori e anche i nonni, ai quali, ahimè, in questi infiniti giorni di mancanza del necessario supporto della scuola dell'infanzia, è affidato.
 
Una fase di importante formazione è finita.
Due indimenticabili anni di asilo nido lo hanno reso un ometto educato, socievole e rispettoso... per quanto un bimbo vivace possa riuscire ad essere. Alla soglia dei 3 anni è un bambino grande, fisicamente, nel suo metro tondo d'altezza, e cognitivamente. Ascoltarlo chiacchierare è sempre un intrattenimento delizioso, ma anche, a volte, esasperante, per la quantità di parole che proferisce senza sosta durante tutto il giorno.
In questo significativo periodo di passaggio il suddetto ometto è pervaso da conflitti e incertezze, che a volte cerco di comprendere, ma che spesso mettono a dura prova la mia e l'altrui pazienza.
 
Abbiamo da poco tolto il pannolino; ha finito di frequentare l'asilo in cui si era fatto "la compagnia" di amichetti e in cui aveva trovato nelle educatrici soprattutto, ma anche nella cuoca e nell'ausiliaria i suoi primi importanti punti di riferimento; dopo due settimane a stretto contatto con mamma e papà, si ritrova a trascorrere le giornate dai nonni perché i suoi genitori pare preferiscano trascorrere il loro tempo a lavorare piuttosto che stare con lui, e sa che a breve comincerà la scuola dell'infanzia, ma non capisce quando, non sa chi incontrerà, non sa cosa aspettarsi. Gli diciamo che è in vacanza, ma lui insiste che no, che era in vacanza quando siamo andati via con l'aeroplano in Sicilia, adesso è a casa, non è in vacanza!
 
Tutto questo credo, e spero, abbia contribuito a restituirci un nuovo esserino che si aggira urlante e prepotente per casa. Ogni giorno nuovi e lunghissimi capricci per le cose più insignificanti, ogni azione, anche la più pericolosa, deve essere eseguita in autonomia, ogni giorno ci si alza presto, non si fa più il sonnellino pomeridiano e si diventa esagitati e iperattivi e ogni sera da quella boccuccia esce una frasetta orribilmente lusinghiera "mamma vieni a dormire con me?" che implica una mamma semisdraiata in terra, curva con la schiena che subisce quella che sarà solo la prima di una serie di esplorazioni notturne tra i suoi capelli.
 

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