27 luglio 2013

Le fisse del ballerino. IL SOLE

Da un po' di tempo il ballerino ha cominciato ad esternare il suo amore profondo per il sole, nominandolo svariate volte al giorno, indicandolo quando c'è e dispiacendosi per la sua assenza quando non c'è, disegnandolo nell'aria con il braccino che gira, gira e gira dentro al nulla e tratteggiando continui cerchi colorati sui fogli di carta bianca.
 
Lo disegna sempre, di tutti i colori. Giallo, ovviamente, ma anche arancione, rosso e persino nei colori più distanti dal reale, ovvero blu, marrone e grigio, pretende che gli adulti lo aiutino e che lo dotino degli occhietti e della bocca sorridente.
Lo disegna a casa e dai nonni, persino nei momenti di stanchezza e noia, nell'attesa della cena al ristorante o in fila alla cassa del supermercato, estraggo agendina e matita e ... zac, eccoti il sole sorridente a rallegrare quel faccino imbronciato.
 
Alla luce di questo nuovo e smisurato amore per il re sole non ho potuto certo tirarmi indietro quando qualche giorno fa in biblioteca, mettendo a posto i libri per ragazzi (ve l'ho detto che ho cambiato LSU? ;-)) ho trovato questo libro*, l'ho subito preso in prestito.
 
 
I disegni e i colori sembrano delle piccole tele,
la storia è in rima e racconta delle pazze avventure di Sole e Luna 
 che la notte si fanno un bel bagno nel mare e si divertono come pazzi,
giocano con il vulcano,
 veleggiano lontano a caccia di stelle cadenti,
e concludono la loro serata di scorribande con una bella storiella.
 

E' un successone! Lo leggiamo e rileggiamo a non finire.
Superconsigliato a chi, come me, ha un bambino innamorato del Sole.


*IL MIO AMICO SOLE di André Dahan, edizioni EQUILIBRI
C'è un precedente che s'intitola LA MIA AMICA LUNA, stesso autore, stessa edizione per chi volesse leggere l'antefatto.

16 luglio 2013

Non ancora due

Alla soglia del 22° mese osservo i nuovi progressi del mio ballerino.
 
La chiacchiera è sempre più frequente e articolata, ora si distinguono parecchie parole, ai più di difficile comprensione, ma a chi gli sta vicino ormai riconoscibilissime.
I suoi discorsetti sono lunghissimi e inframmezzati da paroline significative, per la prima volta l'ho sentito comporre una brevissima frase di senso compiuto "si mamma", inutile sottolineare l'emozione che questa mamma chioccia ha provato.
 
Il desiderio di indipendenza è sempre più marcato, lo si capisce dalla determinazione che dimostra a voler mangiare seduto sulle sedie dei grandi, o dal volersi chiudere e aprire le cinture del passeggino o del seggiolino dell'auto da solo.
 
Ormai riesce a bere dal bicchiere e persino dalla bottiglietta dell'acqua in modo autonomo, da un po' di tempo sale le scalette dello scivolo e scivola giù senza nessun aiuto, ama saltare a piè pari da piccole altezze che per la sua età non son nemmeno così piccole. 
Finalmente, con gran sollievo nostro, riesce a capire (ogni tanto!) che deve fermarsi, se glielo diciamo, quando parte in quarta incontro ai pericoli della strada.
 
Che sta crescendo ce lo fanno capire anche i suoi ultimi sei dentini che stanno sbucando contemporaneamente! Tra pochissimo il suo sorriso sarà completo.
 
E poi è alto! A volte, mentre faccio qualcosa e mi capita sotto agli occhi all'improvviso, mi soffermo proprio a pensare quanto è cresciuto in questo tempo.
Conservo ricordi meravigliosi del suo primo anno di vita, in cui vivevamo quasi in simbiosi e comunicavamo in un modo che era solo nostro, ma ora, lo scambio è molto più profondo, le risate sono più sentite, gli sguardi sono pregni di significati.
 
Il nostro ometto sta crescendo e come tutti i genitori non possiamo che essere fieri di tutto quello che sta imparando e di come lo sta mettendo in pratica.
 
Prossime tappe, teoricamente, sarebbero l'eliminazione del ciuccio e del pannolino.
Non forzeremo la mano, siamo convinti che ogni bambino ha il suo tempo, ma non credo sia sbagliato incoraggiare un poco questi cambiamenti. Suggerimenti?
 
 

9 luglio 2013

Sono una mamma troppo chioccia?

Mi illudo di essere la madre perfetta, benché sappia che la perfezione è ben lungi da me, tuttavia, ecco, in questo campo, nell'educazione di mio figlio ce la metto davvero tutta.
 
Leggo libri autorevoli, scelti tra quelli che più si allineano alla mia idea genitoriale, ascolto con attenzione suggerimenti e indicazioni di chi ha più esperienza, mi applico per dare il buon esempio anche nelle piccolezze (cosa spesso difficile!), cerco di non rimproverarlo invano, ma di essere ferma e decisa nel negargli una cosa, mantengo le promesse con sforzi a volte notevoli, dovuti anche alla scarsa collaborazione del papà, molto più morbido di me, e faccio della coerenza un must.  
Mi stupisco di riuscire ad ignorare il ballerino quando fa capricci inutili, ma sono orgogliosa e felice di essere affettuosa e di lodarlo con entusiasmo quando se lo merita.
 
Mi pare che mio figlio si senta sicuro di sé e mi rallegro della sua vivacità e intraprendenza, della quale mi attribuisco un po' di merito  per averlo incoraggiato ad esplorare e a "fare", standogli vicino ma abbastanza lontano da renderlo presto autonomo e indipendente.
 

O almeno questa è la mia impressione.
 
Ieri c'è stato colloquio al nido e nonostante l'educatrice non ci abbia detto nulla di negativo, mi ha stupido avere una diversa visione della situazione. Io personalmente mi interesso molto a quello che fanno al nido, quando è possibile imparo le canzoncine che gli piacciono per cantargliele, conosco i nomi di tutti i suoi amici dell'asilo, so cosa mangia ogni giorno e cosa fa. Tutto ciò lo faccio perché ritengo sia importante partecipare alla sua vita, ma sono anche convinta di non essere una mamma chioccia, credo di lasciarlo libero e non mi spaventa più di tanto l'idea di "lasciarlo andare". Eppure, l'educatrice ha rimarcato il fatto che il ballerino ha una propria vita e ho capito dalle sue parole che forse la mia partecipazione è esagerata.
 
Dove sta la giusta misura? E' davvero un bene non conoscere i personaggi dei libri che leggono all'asilo o non sapere come si è addormentato in un giorno in cui era particolarmente stanco? E' così sbagliato indugiare un attimo in più sulla porta anziché scappare appena tuo figlio entra in aula?
 
Ci ho riflettuto e ho deciso che finché me la sentirò, continuerò ad interessarmi e a partecipare, forse non insisterò per avere un saluto sulla porta, ma di sicuro sarò ancora abbondantemente presente.