24 febbraio 2013

Sacco nanna evocativo

Stavo smistando la roba che il ballerino non usa più.
Ho riscoperto scarpine in confronto alle quali quelle che usa ora sembrano appartenere ad un piccolo adulto e magliette e pantaloncini corti che, nonostante siano trascorsi solo pochi mesi, appartengono ad un passato per lui davvero lontano. 
Sono diventata particolarmente nostalgica quando ho trovato il sacco nanna e l'ho portato in salotto per farlo vedere al papà.
Mi ha stupito molto che il piccolo nel vederlo abbia detto "nanna", abbia sorriso e abbia voluto mettercisi dentro .. per quanto possibile, visto che non ci sta più.
Non credevo che potesse già conservare memoria e far riaffiorare il ricordo di qualcosa che era solito fare fino all'età di sette, al massimo otto mesi.  

20 febbraio 2013

Un inverno lunghissimo

Solitamente non mi dispiace l'inverno. Amo l'alternarsi delle diverse stagioni, il rifiorire della vita in tutte le sue splendide sfumature di colori, il mare, i vestiti leggeri e le serate all'aperto, gli splendidi paesaggi autunnali e il freddo che mi evoca intimità, ricordi di vacanze sugli sci con bandierine Williams e balli in baita, la città, il movimento
Devo ammettere tuttavia, che mai un inverno mi è apparso così infinito.
 
Stare a casa con un bambino ammalato è un'esperienza estenuante, soprattutto se suddetto bimbo non è precisamente ammalato, ma ha una febbre leggera che viene e va, tanto da illudermi di essere guarito per poi ripiombare nel vortice di tachipirina, sciroppi omeopatici per la tosse che non servono a nulla, sporadiche torture al nasino del malcapitato ballerino a mezzo di spruzzate di soluzione fisiologica e pompette aspiramoccolo... e notti insonni, con il piccolo che tossisce direttamente nelle mie narici rendendomi debole e cagionevole come non mi accadeva da anni. Il risultato è una tosse perenne e un raffreddore fastidiosissimo che non mi abbandonano.
Estenuante, davvero.
 
 
 
E poi, chiaro che il piccolo voglia fare altrettanto e infili i suoi ditini con le unghiette spigolose (che per quanto cerchi di tagliare o limare non ottengono mai una forma sufficientemente arrotondata) nel naso di mammina e a volte pure nelle orecchie se capitano a tiro. Come glielo spiego io che no, lui non lo deve fare, ma io invece sì, che lo faccio per il suo bene, per pulirgli in nasino per respirare meglio, eh? Come può arrendersi alla mia autorità genitoriale visto che nella sua generosità e bontà d'animo vuole essere d'aiuto? E? Come si fa?...
 
Be', come si dice dalle mie parti: che butti presto primavera!

11 febbraio 2013

Whisky il ragnetto

Ancora un libricino è il protagonista di questo post.
Il piccolo ballerino sembra aver sviluppato un attaccamento particolare al ragnetto Whisky.



 
Trattasi del ragnetto rosa che sale la montagna ma la pioggia lo fa cadere. Fortunatamente esce il sole e Whisky, dopo essersi asciugato, risale la montagna. Avrà una sventura! Sulla montagna, dentro alla casetta, c'è una streghetta dalle sembianze non troppo spaventevoli, a dir la verità. Ebbene, la streghetta se lo vuol mangiar GNAM GNAM. Whisky, però, è molto furbo! Riscende la montagna, va dalla sua mamma e non la lascia PIU', PIU', PIU'!


Ho ascoltato questa filastrocca durante la festina di Natale all'asilo nido. 
E' una canzoncina che cantano le educatrici mimando le azioni: il ragnetto che sale e scende, il rotolare giù dalla montagna, l'abbraccio con la mamma e via dicendo.
 
Per giorni il ballerino univa le sue manine portandole alla testa e cercava di canticchiare qualcosa, finchè ho capito che voleva ascoltare la canzone di Whisky. L'ho cercata su youtube, ma non ho trovato la versione cantata al nido nè la stessa mimica, così, vedendo che non era capace di rassegnarsi, ho prenotato il libretto corredato da cd alla biblioteca comunale.
 
Da quel momento non riesce più a staccarsene. Cantare insieme l'avventura del ragnetto e sfogliare da solo quelle poche pagine colorate lo calma e rasserena. Spesso vuole portare il libretto con sè anche quando usciamo e in alcuni casi ha sostituito l'effetto tranquillizzante del succhiotto.
 
Chi l'avrebbe mai detto che un ragnetto rosa potesse tanto su un piccolo ballerino biondo?

 
 
 
Credit: Whisky il Ragnetto, ed. Gallucci.
Arrangiata e cantata da Maurizio Fabrizio e Lorenzo Tozzi, disegni Sohpie Fatus

8 febbraio 2013

Lontananza

 
Sono stata a Milano. Ho fatto il mio bel viaggio in treno circondata da uomini e donne d'affari già all'opera sui loro pc fin dal mattino presto. Mi sono inebriata di movimento, quello che cercavo solo qualche giorno fa, di colori illuminati da un inaspettato sole ma soprattutto sono stata catapultata in un vortice di parole, pensieri, prospettive e sogni audaci presto smorzati dalla mia insicurezza. Ho molto materiale su cui lavorare per prendere le mie decisioni e vincere i timori.
Un'altra novità importante è che è stata la prima volta che non ho visto il ballerino per tutto il giorno. Sono sorprendentemente riuscita a tenere sotto controllo la mia natura ansiosa, forse perchè troppo occupata a considerare ciò su cui si stava ragionando e ho realizzato che sì, si può fare. Si può stare tutta una giornata lontano dalla propria creatura, soprattutto se suddetta creatura si gode la sua prima festina mascherata al nido e si fa coccolare a non finire dai nonni. Certo, un piccolo sgarro alla tranquillizante routine c'è stato, ma il piccolo non ne ha risentito particolarmente.
Il giorno prima gli avevo spiegato accuratemente cosa sarebbe accaduto, che la mamma sarebbe stata lontana e lui avrebbe trascorso il pomeriggio dai nonni e il suo papà si sarebbe occupato di preaparagli la cena e metterlo a nanna. La mamma sarebbe arrivata tra un sogno e l'altro. E tutto è andato bene. 
 

3 febbraio 2013

Di cambiamenti

 
 Finalmente l'inverno mi regala una di quelle belle giornate soleggiate che mi piacciono tanto. Quelle giornate in cui, subito dopo l'ora di pranzo, posso starmente seduta in terrazza a bere il caffè e contemplare la mia pianta di limoni che sembra trovare nuova vita sotto i raggi di un sole troppo assente negli ultimi mesi.
Le temperature miti che mi permettono di non indossare nulla sopra la mia maglia blu e il baluginare del sole tra le foglie mi prospettano la primavera quasi prossima. E mi rasserenano.
 
In queste notti  ho dormito poco. Ho pensato e ripensato, ragionato e immaginato.
Sono nuovamente in un tumulto di emozioni.
Ho dei progetti interessanti che non so se me la sento di realizzare e che mi tolgono il sonno.
 
Di cambiamenti ne sono occorsi tanti nella mia vita, molti voluti e pochi accaduti per caso. Non mi hanno mai spaventato, al contrario, mi hanno sempre dato nuova energia e anche se, in alcuni casi, il cambiamento non è valso la pena, ho cercato di vederne il lato positivo, che c'è sempre stato.
 
Ma non avevo una famiglia, non avevo una piccola creatura alla quale mi sento legata in un modo così indissolubile e inimmaginabile e che mi ha avvicinata ancora di più al mio compagno, rendendomi chiaro quale sia il vero significato di famiglia. Decidere, oggi, è mille volte più difficile.